Domenica XXV TO 20 settembre 2020
Sono passati un po’ di anni, è cambiato il mondo, sono cambiate tante cose, ma sembra che ci sia una costante che segue l’umanità, Il LAVORO. Oggi manca, che ieri ce ne era un po’ di più. Il lavoro che è tanto e ti fa arrivare tardi a casa la sera, che poco non ti fa arrivare a sera, che ti toglie dai figli, ma se non l’hai non fai figli. Il lavoro che manca per i giovani, ma poi non vai mai in pensione.
Il lavoro sembra una costante comune nella vita di tutti. Anche il Signore lo usa per le sue parabole. Ma specifichiamo questa non è una parabola che parla di lavoro! No, il Signore non sta dicendo come deve essere un buon padrone o un buon operaio. Ok anche se non parla di lavoro, noi questa parabola facciamo fatica a capirla.
Quali tappe in questa parabola?
Un Padrone che chiama!
Esperienza di essere chiamati per nome! In questi giorni mi sto accorgendo che non ricordo più i nomi dei ragazzi, e mi piange il cuore perché sembra che non li conosca, che non li apprezzi, che non vuoi loro bene. Ecco l’esperienza di essere chiamati a lavorare nella vigna è l’esperienza di essere visti, incontrati, chiamati perché abili, buoni, perché importanti nella vita.
Spesso noi non ci riteniamo nemmeno tali, non ci facciamo vedere nemmeno in piazza perché abbiamo paura che un altro ci può giudicare, ci può non chiamare, ci può insultare… allora ci rifugiamo in noi, nella nostra casa, non ci piacciamo…spesso accade che rimaniamo vittima del nostro non piacere a noi stessi e agli altri. Purtroppo, assistiamo ancora troppo spesso a scene di bullismo, nelle quali chi già non si piace è ulteriormente lasciato ai margini perché c’è chi lo fa sentire ancora più sbagliato.
Ecco che il Signore ci chiama tutti allo stesso modo, esce a tutte le ore a cercarci, non smette, nemmeno quando ormai l’orario è già passato. Continua e continua ad uscire perché vuole proprio noi! DOVREBBE ESSERE LO STILE DI NOI CRISTIANI, ANDARE CHIAMARE, ENTUSIASMARE E DARE VALORE ALL’ALTRO.
Un soldo a ciascuno
Ad ognuno il Signore da un soldo, ma non siamo tutti contenti della retribuzione. Un soldo della parabola è quanto un uomo aveva per vivere al giorno, ad ognuno il Signore da quanto per vivere. Beh, corretto, vorresti che qualcuno facesse la fame? Ma perché non c’è stata una retribuzione equa, qui c’è una retribuzione diseguale, servirebbero i sindacati… Se la attualizzo, mi rivedo a scuola quando dopo ore di studio. Il risultato era uguale al mio amico che non aveva studiato nulla. che ingiustizia
Il desiderio del padrone è pensare proprio a te, è valorizzare proprio te, è amare proprio te, che come tutti sei un operaio dell’ultima ora. Ecco perché siamo scelti e ad ognuno ci viene dato quanto per vivere.
Facciamo fatica a capire questa parabola
Diciamolo, questa parabola non ci convince… possiamo continuare a spiegare la parabola ancor ed ancora, parlare dell’invidia di questi per gli altri, parlare di primi e degli ultimi… ma alla fine, la parabola non ci va giù. Non la riusciamo a mettere nei nostri schemi, non la riusciamo ad ingabbiare nei nostri pensieri. Se anche la studiamo, la meditiamo facciamo una fatica boia a trovare un senso che sia accettabile per la nostra vita.
Forse che il senso di questa parabola sia proprio questo? Nella nostra vita ci sono cose che con capiamo, che facciamo fatica a capire e che mettono in discussione tutta la nostra vita. Come il dolore, la morte, l’ingiustizia. Ci sono eventi che cii fanno porre la domanda del perché accade tutto questo. Perché Dio agisce così, perché non può agire in modo diverso? Perché …?
Dagli uomini ci sentiremo dire delle risposte, che erudite e complete, non ci piacciono, Dio non ci risponderà di persona ma parlerà per lui la Parola di Dio, che ci ribadisce come:
A Lui non importa a che ora arrivi per lavorare, sa benissimo chi sei e che storia hai avuto, per lui non sei un uomo o donna qualunque. Dio per te dona quello che hai per vivere, non stare lì a pesare il bene mio dal bene dato ad altri, perché la bilancia per ciascuno è differente come siamo lo siamo noi davanti a Dio.
Vangelo della Domenica Matteo 20,1-16
Vignette per pensare e sorridere
Non lasciare che ti rubino la speranza e la gioia, Papa Francesco